Le aziende agroalimentari presentano, come fattore principale nell’ambito dei reflui, una grande discontinuità di scarico che alterna grandi picchi a periodi di quiete, spesso con altrettanti picchi di PH, da altamente acido ad altamente basico. Questa condizione non permette quindi l’utilizzo di impianti di depurazione batteriologici in quanto non sopravvivrebbero a lungo. Infatti, nella maggior parte dei casi di trattamento acque reflue, vengono utilizzati impianti tipo depuratori fanghi attivi o percolatori aerobici dove la flora batterica, che si nutre del refluo, è l’agente depurante principale; ma i batteri, per sopravvivere, hanno bisogno di un ph costante o che oscilli sempre tra 6 e 8,5. Nelle aziende agroalimentari invece, quest’ultimo fattore non è affatto garantito, pertanto si renderebbe necessaria un’altra tipologia di impianto. L’impianto ideale per le cantine ad oggi è l’SBR (bioreattore discontinuo). Tale impianto però ha dei costi di acquisto di gran lunga superiori al depuratore a fanghi attivi. D’altro canto, è l’unico in grado di garantire la corretta depurazione del refluo. Oggi, però, grazie all’ausilio di GAIA (il vano tecnico ad intelligenza artificiale), riusciamo ad ottenere gli stessi risultati a livello di depurazione del refluo ad 1/3 del costo di acquisto e manutenzione di un impianto SBR.
Panoramica privacy
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.